[1] Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato.
[2] Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro;
[3] ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
[4] Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti.
[5] Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
[6] Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea,
[7] dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno”.
[8] Ed esse si ricordarono delle sue parole.
[9] E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri.
[10] Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli.
[11] Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.
[12] Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto.
Riflessione:
Da quel mattino di Pasqua l’annuncio della Risurrezione continua a risuonare nel mondo: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui.”
Con la risurrezione di Gesù Dio ha dato una certezza nuova all’umanità: la morte non è l’ultima parola sulla vita dell’uomo! È questa la speranza cristiana: in Gesù risorto, Dio chiama ogni vivente alla vita nuova, alla vita eterna.
“VOLGERANNO LO SGUARDO A COLUI CHE HANNO CROCIFISSO”
Vangelo di Giovanni 19, 37/ Libro di Zaccaria 12, 10
Morte di Gesù
La sepoltura
Sommità del Calvario all’interno della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme
Leggi: Matteo 27, 45-66
[45] Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra.
[46] Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: “Elì, Elì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.
[47] Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Costui chiama Elia”.
[48] E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere.
[49] Gli altri dicevano: “Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!”.
[50] E Gesù, emesso un alto grido, spirò.
[51] Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono,
[52] i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono.
[53] E uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.
[54] Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: “Davvero costui era Figlio di Dio!”.
[55] C’erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.
[56] Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
[57] Venuta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù.
[58] Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato.
[59] Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo
[60] e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò.
[61] Erano lì, davanti al sepolcro, Maria di Màgdala e l’altra Maria.
[62] Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo:
[63] “Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò.
[64] Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!”.
[65] Pilato disse loro: “Avete la vostra guardia, andate e assicuratevi come credete”.
[66] Ed essi andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia.
La Pietà di Michelangelo – Basilica di San Pietro in Vaticano
Riflessione:
Quando Gesù emette l’ultimo respiro e muore, con la preghiera sulle labbra e nella più assoluta fedeltà a Dio, in realtà è la morte ad essere sconfitta. Davanti a Gesù che muore in questo modo, chi ha fede può dire: “Quest’uomo è davvero Figlio di Dio!”
Gesù compie fino in fondo la volontà del Padre. Attua l’amore infinto di Dio per gli uomini a prezzo della propria vita. Egli è il Figlio obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
Gesù morendo nudo, povero e solo su una croce, sacrificando la Sua vita per noi, ha rivelato che l’uomo si realizza non nel possesso delle cose e nel dominio degli altri, ma nell’amore gratuito, totale e incondizionato.
La Pietra dell’Unzione – Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme
[13] Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e molto innalzato.
[14] Come molti si stupirono di lui – tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo –
[15] così si meraviglieranno di lui molte genti; i re davanti a lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito.
53
[1] Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione? A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
[2] È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto.
[3] Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
[4] Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
[5] Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
[6] Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.
[7] Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca.
[8] Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge per la sua sorte? Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l’iniquità del mio popolo fu percosso a morte.
[9] Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo, sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca.
[10] Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori. Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
[11] Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità.
[12] Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori.
Riflessione:
La donazione del Servo del Signore è totale e docile, come quella dell’agnello sacrificale, che si immola per ciascuno di noi, per la nostra salvezza.
Gesù ha condiviso il nostro destino di sofferenza e di morte, ha donato la Sua vita per noi sul legno della croce. Così ci ha rivelato che Dio è Padre, che Dio è Amore, che Dio ci ama di un amore infinito.
Gesù spezza il cerchio della violenza. Va volontariamente incontro alla morte, sconfigge l’odio che uccide con l’amore che perdona e dà la vita.
[27] Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte.
[28] Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto
[29] e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: “Salve, re dei Giudei!”.
[30] E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.
[31] Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
[32] Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirène, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.
[33] Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio,
[34] gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere.
[35] Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte.
[36] E sedutisi, gli facevano la guardia.
[37] Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: “Questi è Gesù, il re dei Giudei”.
[38] Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
[39] E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo:
[40] “Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!”.
[41] Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano:
[42] “Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d’Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo.
[43] Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!”.
[44] Anche i ladroni crocifissi con lui lo oltraggiavano allo stesso modo.
Gesù cade sotto il peso della croce Particolare di una cappella – Via Dolorosa a Gerusalemme
Riflessione:
I soldati non potevano perdere l’occasione di prendersi gioco di questo povero illuso che diceva di essere il Re dei Giudei. Ne fanno un sovrano da burla: un manto rosso sulle spalle, una canna nella mano destra e una corona di spine. Lo scherniscono, Gli sputano addosso, Lo bastonano.
Spogliato di tutto, anche della Sua dignità umana, Cristo assume la sorte degli uomini e delle donne emarginati e oppressi, privati di ogni diritto e dignità.
Gesù ha accettato di bere fino in fondo il “calice” che il Padre Gli ha offerto. Rifiuta il vino drogato perché vuole morire in piena coscienza e libertà.
Gesù è stato crocifisso alle nove, l’ora in cui i sacerdoti ebrei immolavano a Dio il sacrificio del mattino. Gesù è la nuova vittima sacrificale che apre il giorno nuovo della salvezza. Questo agli occhi della fede. Ma allo sguardo soltanto umano, la Passione e Morte appaiono un completo fallimento e scandalo. Gesù non salva se stesso, non scende dalla croce e il Padre non interviene in Suo favore. Bisogna aspettare il giorno dopo il sabato per contemplare la vittoria di Dio.
[1] Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire.
[2] Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.
[3] Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani
[4] dicendo: “Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente”. Ma quelli dissero: “Che ci riguarda? Veditela tu!”.
[5] Ed egli, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.
[6] Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: “Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue”.
[7] E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri.
[8] Perciò quel campo fu denominato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi.
[9] Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d’argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato,
[10] e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
[11] Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l’interrogò dicendo: “Sei tu il re dei Giudei?”. Gesù rispose “Tu lo dici”.
[12] E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla.
[13] Allora Pilato gli disse: “Non senti quante cose attestano contro di te?”.
[14] Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.
[15] Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. [16] Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba.
[17] Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: “Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?”.
[18] Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
[19] Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: “Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua”.
[20] Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù.
[21] Allora il governatore domandò: “Chi dei due volete che vi rilasci?”. Quelli risposero: “Barabba!”.
[22] Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”.
[23] Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”.
[24] Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: “Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!”.
[25] E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli”.
[26] Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.
Riflessione:
Gesù risponde a Pilato di essere veramente il Re dei Giudei. Ma i fatti sembrano contraddire in tutto le Sue parole. Egli è debole e indifeso, e viene condannato a morte senza difficoltà.
Gesù è rifiutato come Re dei Giudei, Messia e Figlio di Dio dai capi del popolo ebraico, da Pilato, dai soldati che Lo insultano e Lo deridono, dalla folla che Gli preferisce un assassino.
Gesù accetta su di sé il peso di questo rifiuto e offre la Sua vita al Padre come libera risposta di amore.
[57] Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani.
[58] Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione.
[59] I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte;
[60] ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni.
[61] Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: “Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”.
[62] Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: “Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?”.
[63] Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: “Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”.
[64] “Tu l’hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo”.
[65] Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: “Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia;
[66] che ve ne pare?”. E quelli risposero: “È reo di morte!”.
[67] Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano,
[68] dicendo: “Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?”.
[69] Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: “Anche tu eri con Gesù, il Galileo!”.
[70] Ed egli negò davanti a tutti: “Non capisco che cosa tu voglia dire”.
[71] Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: “Costui era con Gesù, il Nazareno”.
[72] Ma egli negò di nuovo giurando: “Non conosco quell’uomo”.
[73] Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: “Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!”.
[74] Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: “Non conosco quell’uomo!”. E subito un gallo cantò.
[75] E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: “Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte”. E uscito all’aperto, pianse amaramente.
Riflessione:
I falsi testimoni si contraddicono: appare così ancora più luminosa l’innocenza di Gesù. Quando il suo fallimento sembra totale, Egli dichiara di essere il Messia e Figlio di Dio. Le Sue parole vengono considerate una bestemmia che merita la morte. Esse sono invece la grande rivelazione: Gesù è colui che ristabilisce l’alleanza tra Dio e gli uomini.
Pietro, assalito dalla paura, sconfessa Gesù; dice di non averLo mai visto. È difficile riconoscere in Gesù, inerme e indifeso, la potenza di Dio. Solo la fede permette di scorgere la realtà vera che sta al di là di ciò che si vede. E la fede è dono da chiedere nella preghiera.
Pietro, che nel Getsèmani non ha saputo pregare, cede alla tentazione e rinnega Gesù.
[36] Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”.
[37] E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia.
[38] Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”.
[39] E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”.
[40] Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me?
[41] Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.
[42] E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”.
[43] E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti.
[44] E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole.
[45] Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: “Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l’ora nella quale il Figlio dell’uomo sarà consegnato in mano ai peccatori.
[46] Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina”.
[47] Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. [48] Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: “Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!”.
[49] E subito si avvicinò a Gesù e disse: “Salve, Rabbì!”. E lo baciò.
[50] E Gesù gli disse: “Amico, per questo sei qui!”. Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono.
[51] Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio.
[52] Allora Gesù gli disse: “Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada.
[53] Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?
[54] Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?”.
[55] In quello stesso momento Gesù disse alla folla: “Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato.
[56] Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti”. Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono.
Getsèmani
Riflessione:
Con una preghiera intensa e appassionata, Gesù si affida al Padre e trova la forza di compiere la Sua volontà, di attuare il suo progetto di salvezza passando attraverso la sofferenza e la morte.
Gesù accetta che il Padre “non intervenga”; accetta per sé la condizione di uomo in tutta la sua fragilità. Non usa il potere che gli deriva dall’essere Figlio di Dio e inizia con coraggio il cammino che lo conduce alla morte.
Uno dei suoi discepoli lo tradisce; gli altri non sono capaci di vegliare e pregare con Lui e poi Lo abbandonano. Gesù è solo tra i suoi nemici.
Con il mercoledì delle Ceneri, inizia oggi il tempo di Quaresima.
Quaranta giorni che non vanno affrontati con spirito ‘vecchio’, quasi fosse un impegno pesante e fastidioso, ma con lo spirito nuovo di chi ha trovato in Gesù e nel suo mistero pasquale il senso della vita, e capisce che tutto ormai deve riferirsi a Lui.
Non viviamo la Quaresima come un tempo di tristezza e di privazioni, bensì viviamola preparando nella gioia il nostro cuore all’Amore incondizionato di Gesù, che si dona e del Padre, che ce lo dona.
È il tempo di misericordia, tempo di grazia, tempo di conversione e tempo di amore.
Tempo di misericordia
Dio ci aspetta in questo periodo a braccia aperte, come il Padre della parabola del figliol Prodigo, che lo accoglie nonostante i suoi errori e i suoi peccati, perché il suo cuore è ricco di misericordia e non vuole che si perda, ma che torni in vita e si senta realizzato come persona e come figlio.
Nonostante le nostre colpe, Dio ci apre il suo cuore e ci dona il suo olio misericordioso, che come balsamo guarisce le nostre ferite, allevia le nostre sofferenze e ci dona una vita nuova.
Tempo di grazia
È il momento favorevole: tempo di uscire dall’Egitto delle nostre idolatrie e metterci in cammino per giungere alla libertà di figli. Uscire dai nostri sepolcri per incontrare la Luce di Gesù, nostro Signore e Salvatore.
I nostri peccati, il nostro Egitto, gli idoli che ci costruiamo, tutto viene distrutto da questa potenza liberatrice. Noi emergiamo da questo mondo di morte, che è stata e che ancora può essere la nostra vita e, nell’affiorare alla luce, noi incontriamo Colui che ci ha liberato e salvato.
È Lui che ci trae dalla tomba, che apre i nostri sepolcri; è Lui che ci fa vivere in un mondo nuovo; è Lui che ci fa superare la disperazione, l’angoscia e ci fa vivere nella speranza che non delude; allora chiameremo Dio Colui che ci ha liberati e salvati.
Tempo di conversione
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”.
Vangelo di Marco 1, 15
Siamo chiamati a ritornare al Signore. Come nel giorno del nostro Battesimo, quando l’acqua battesimale ha distrutto l’uomo vecchio per far risorgere l’uomo nuovo in Cristo Gesù.
Diventa necessario un autentico cammino di conversione. Conversione è rottura di una mentalità orientata verso il peccato che è tristezza, o verso valori puramente umani, che non possono realizzare pienamente le aspirazioni dell’uomo, per aderire all’alleanza che Dio continuamente propone, attento e sensibile ai veri bisogni dell’uomo.
Tempo di amore
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati.
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Vangelo di Giovanni 15, 12-13
La Quaresima non può e non deve essere solo un camminare, ma soprattutto un sostare e volgere lo sguardo a Colui che hanno trafitto. Solo guardando Gesù Crocifisso, possiamo conoscere la misericordia del Padre, perché il Crocifisso è la rivelazione più sconvolgente dell’amore di Dio.
La Quaresima è accogliere e sperimentare l’amore di Dio, che Gesù ci ha donato, per diffonderlo attorno a noi con ogni gesto e ogni parola. Un amore che non è fine a se stesso, ma che a nostra volta dobbiamo ridonare al prossimo, soprattutto a chi soffre e a chi è nel bisogno.
L’amore non é statico, ma circola. E quando lo si condivide, si moltiplica.
Il mio augurio è quindi di vivere pienamente questo tempo liturgico, che la Chiesa ci dona, meditando l’amore e la misericordia di Dio, per essere donne e uomini nuovi, capaci di amare e di proclamare la passione, morte e la risurrezione di Gesù Cristo.
Oggi vorrei inaugurare una nuova rubrica, in cui vorrei scrivervi di musica, libri, film che parlano di temi cristiani.
La prima recenzione riguarda un film cristiano dal titolo “Fireproof”.
È stato prodotto nel 2008 e tratta il tema del divorzio dal punto di vista della morale cristiana.
Kirk Cameron è il protagonista maschile del film, noto attore, in particolare per la sitcom “Genitori in blue jeans”, prodotta a cavallo tra gli anni ottanta e novanta. È anche pastore battista, così come il regista del film, Alex Kendrick.
Eccovi la trama
Il capitano di una stazione dei pompieri di Albany in Georgia, negli Stati Uniti d’America, Caleb Holt, è sposato con Catherine Holt, ma dopo i fatidici sette anni di matrimonio il loro rapporto è in crisi, logorato da diversità di vedute sulla vita domestica, sul lavoro, soldi e hobby.
La coppia sembra incamminata verso il divorzio quando il padre di Caleb propone loro un ultimo singolare tentativo per salvare il loro matrimonio, un periodo di prova chiamato “La sfida dell’amore” (in inglese: The love dare). Chiaramente mi fermo qui, perché non posso raccontarvi proprio tutto…
Qui sopra potete visionare il trailer in italiano del film Fireproof
Personalmente è un film che mi piace rivedere. Lo trovo profondo, bello e allo stesso tempo semplice. Grazie alla fede, l’amore trionfa!
Ci sono anche due libri legati a questo film: “La sfida dell’amore” e “La sfida dell’amore giorno per giorno. Un anno di meditazioni per la coppia”
La didascalia dei libri recita così:
Nel giorno del matrimonio, l’amore incondizionato viene promesso con entusiasmo, ma raramente viene messo in pratica nella vita di ogni giorno. Di conseguenza, le speranze romantiche lasciano spesso il posto alla delusione.
Ma chi ha detto che debba continuare così?
“La sfida dell’amore” è una sfida di quaranta giorni rivolta a mariti e a mogli desiderosi di comprendere e sperimentare l’amore incondizionato. Che il tuo matrimonio sia appeso a un filo o sia sano e forte, “La sfida dell’amore” è un sentiero che hai bisogno di percorrere.
Il mio logo è composto da due semplici immagini, che si intersecano: la croce e la colomba che trasporta un ramo d’ulivo.
Il sito si intitola “Verso il Cielo”, perché l’idea è quella di siamo tutti in viaggio verso Dio e che questo blog vorrebbe essere un umile aiuto per compiere questo cammino.
LA CROCE
Solo la croce di Gesù, ci permette di arrivare in Cielo. Non esiste altra strada, altra “scorciatoia” se non la croce per giungere a Dio. Se non passiamo attraverso di essa, non possiamo afferrare il Cielo.
LA COLOMBA
La colomba biblicamente è l’immagine dello Spirito Santo, che ci guida verso il Cielo, verso Dio. È Lui che continua a condurre la Chiesa e ci ricorda tutto quello che Gesù ha detto e compiuto.
“Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future.”