
La persona umana
si realizza nell’amore che si dona.
Questa è la sua vocazione,
la sua dignità,
la norma del suo agire.
Ma la donazione
è un cammino lungo e difficile.
Donare qualcosa non basta,
bisogna donare se stessi.
La gioia del dono
fiorisce sempre sul sacrificio
della rinuncia e del distacco.
Per questo, non c’è dono di sé senza lotta.
Nel cuore umano
si trovano di fronte e si combattono
due forze: l’egoismo e l’amore.
L’amore che si dona agli altri
è sempre una vittoria sull’egoismo
che ci fa ripiegare su noi stessi.
Il vertice della donazione è un “perdersi”
perché l’altro abbia la vita e la gioia.
Sì, vivere è donare.
La donazione è il cuore
del mistero cristiano.
Amore più grande non c’è
che dare la vita per gli amici,
ha detto Gesù.
L’ha detto e lo ha fatto
quando è morto per noi sulla croce.
Gesù ha donato per noi la sua vita;
dunque anche noi dobbiamo donare
la nostra vita per i fratelli.
Questa è la regola suprema per il cristiano.
Una regola di vita
che affonda le radici
nel mistero stesso di Dio.
Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dio è tre persone
che formano tra loro una cosa sola,
in un perfetto dono reciproco.
Per questo la persona umana,
creata a immagine di Dio,
si realizza nell’amore che si dona.

“Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.”
Vangelo di San Giovanni 3, 16-17
“Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana,
umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra;
e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.”
Lettera di San Paolo ai Filippesi 2, 5-11