Venerdì della III settimana

“CHI DEI DUE VOLETE CHE VI RILASCI?”
Vangelo di Matteo 27, 21
- Gesù davanti a Pilato
- La condanna a morte
Leggi: Matteo 27, 1-26
[1] Venuto il mattino, tutti i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù, per farlo morire.
[2] Poi, messolo in catene, lo condussero e consegnarono al governatore Pilato.
[3] Allora Giuda, il traditore, vedendo che Gesù era stato condannato, si pentì e riportò le trenta monete d’argento ai sommi sacerdoti e agli anziani
[4] dicendo: “Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente”. Ma quelli dissero: “Che ci riguarda? Veditela tu!”.
[5] Ed egli, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.
[6] Ma i sommi sacerdoti, raccolto quel denaro, dissero: “Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue”.
[7] E tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio per la sepoltura degli stranieri.
[8] Perciò quel campo fu denominato “Campo di sangue” fino al giorno d’oggi.
[9] Allora si adempì quanto era stato detto dal profeta Geremia: E presero trenta denari d’argento, il prezzo del venduto, che i figli di Israele avevano mercanteggiato,
[10] e li diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.
[11] Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l’interrogò dicendo: “Sei tu il re dei Giudei?”. Gesù rispose “Tu lo dici”.
[12] E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla.
[13] Allora Pilato gli disse: “Non senti quante cose attestano contro di te?”.
[14] Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.
[15] Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta.
[16] Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba.
[17] Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: “Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?”.
[18] Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
[19] Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: “Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua”.
[20] Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù.
[21] Allora il governatore domandò: “Chi dei due volete che vi rilasci?”. Quelli risposero: “Barabba!”.
[22] Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”.
[23] Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”.
[24] Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: “Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!”.
[25] E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli”.
[26] Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

Riflessione:
Gesù risponde a Pilato di essere veramente il Re dei Giudei. Ma i fatti sembrano contraddire in tutto le Sue parole. Egli è debole e indifeso, e viene condannato a morte senza difficoltà.
Gesù è rifiutato come Re dei Giudei, Messia e Figlio di Dio dai capi del popolo ebraico, da Pilato, dai soldati che Lo insultano e Lo deridono, dalla folla che Gli preferisce un assassino.
Gesù accetta su di sé il peso di questo rifiuto e offre la Sua vita al Padre come libera risposta di amore.